Cella di lavoro made in Tesar: Innovazione al Politecnico di Bari
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11 apr 24
Nel contesto sempre più dinamico e competitivo dell’industria italiana, la collaborazione tra istituti accademici e aziende assume un ruolo cruciale per tradurre idee in soluzioni concrete. In questo contesto, l’iniziativa di Tesar Automation , divisione di Tesar Spa specializzata nell’automazione industriale, realizzata in collaborazione con il Politecnico di Bari, rappresenta un esempio lampante di come la sinergia tra conoscenza accademica e competenze industriali possa dare vita a progetti innovativi con impatti significativi sia a livello locale che globale.
Verso nuove frontiere nella lavorazione delle lamiere
Tesar Automation ha installato presso il Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management (DMMM) del Politecnico di Bari una cella di lavoro per la realizzazione di deformazioni e trattamenti localizzati su lamiere.
Questa attrezzatura, pensata per essere applicata alla lavorazione di leghe leggere (leghe di alluminio, prevalentemente) è finanziata dal MUR nell’ambito del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (MOST); in particolare, il gruppo di lavoro del Politecnico di Bari coordinato dal Prof. Gianfranco Palumbo sta sviluppando l’uso di queste tecnologie nell’amb
ito dello Spoke 11 (Materiali Innovativi ed Alleggerimento) coordinato dall’Università di Bologna (prof.ssa Lorella Ceschini), con l’obiettivo di diffondere tecnologie non solo più adatte ma anche più sostenibili per la produzione di componenti leggeri per applicazioni nel campo della mobilità.
La cella di lavoro, sviluppata su specifiche esigenze del Politecnico di Bari, è composta da un robot antropomorfo, su cui possono essere montati sia un mandrino (appositamente progettato e realizzato da Tesar Automation) che una testa di trattamento laser, e da un sistema di bloccaggio della lamiera regolabile, anch’esso progettato e realizzato su misura da Tesar Automation.
Il mandrino, equipaggiato con un punzone a testa emisferica, viene guidato e premuto contro la lamiera, deformandola progressivamente sino a farle assumere la geometria desiderata. Oltre a realizzare una deformazione localizzata e progressiva, senza l’uso di stampi o attrezzature specifiche, il robot può automaticamente cambiare l’utensile montato sull’end effector, depositando il mandrino in un magazzino e agganciando una testa laser con cui poter eseguire, sempre lungo traiettorie spaziali, trattamenti termici sul componente (prima o dopo la lavorazione).
Questo progetto dimostra l'impegno verso l'innovazione tecnologica, ma anche l'importanza di partnership collaborative per lo sviluppo industriale e la ricerca scientifica nel nostro Paese. L'integrazione di queste soluzioni avanzate, inoltre, non solo permette di rivoluzionare i reparti produttivi, ma contribuisce anche al progresso della ricerca e dell'innovazione, consolidando la posizione dell'Italia nel panorama industriale globale.